Manuela Biancospini vive a Montegridolfo coi suoi bambini ed un numero imprecisato di gatti, non fa fotografie, racconta. Non so nemmeno dove sia nata, ma comprendo benissimo da dove venga attraverso ogni dettaglio.

Racconta di piedi scalzi sull’erba, di fiori spontanei cresciuti lungo i fossi, di sentieri in terra battuta e voci sincere di contadini, poche parole, incontri fugaci che lasciano un segno, radici profonde nell’anima.

Di ginocchia sbucciate per volersi arrampicare dove non si può, di graffi sulle braccia per contendere le more più grosse al rovo, sempre troppo in alto anche alzandosi in punta di piedi, di gioia e puntiglio per averle raggiunte ad ogni costo.

Di pioggia intensa che travolge e pioggia leggera che rinfresca il sentiero dove cammina, di ombra di frasca per nascondersi dal sole cocente, di ombra di luna per lasciarsi accarezzare, pelle bianca, preziosa, da proteggere.

Voglia pazza di vedere gente, condividere tempo e parole, scambiare pensieri e sentimenti perché il tempo della solitudine è sempre troppo e sempre gettato via inutilmente.  

Non l’ho mai incontrata, conosco solo la sua voce e qualche fugace immagine, ma per me lei è così.

Manuela è coautrice, con Angela Fusini, del testo di “RIFUGIÀTI” un progetto di Dario Zanetti e Valerio Zanotti realizzato nel 2018 durante Rimini secondo TRE.